LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Manuel Paolino
|
|||
Stavo sulla riva col vecchio, tra me e me un pesce morto a pancia in su con una rotonda capriola di luna spinse la corrente con la coda fino a tuffare le ali da una palpebra all’altra del chiarore di vino rosso al fondo nero dei nostri occhi in fila:
i miei e quelli di Mieses che come i suoi versi pareva dipinto con tinta di stelle, d’alghe, di una pena bianca che lassù nel cielo non era la luna;
sputavamo semi d’arancia nel fiume, il suo sorriso era dolce come quello dell’arcangelo bambina che voleva essere sirena salata e non si mangiava le unghie.
Quanto ho amato la cristalleria sorta da quelle labbra di raggi doloranti!
Sputavamo parole rotonde nell’acqua del fiume:
– mi insegnavi a costruire la statua di me stesso sul tempo.
|
|